Servizio sanitario o “regime sanitario”? Secondo Paolo Cioni è giunto il momento di smantellare le ASL
(Nicola Bizzi)
Lo stimato neuropsichiatra fiorentino Paolo Cioni propone una radicale ristrutturazione del nostro sistema sanitario che parta dallo smantellamento delle ASL
Lo stimato neuropsichiatra Paolo Cioni, docente di Psicopatologia e autore di diversi trattati di Psicologia e Psichiatria, nonché del best seller Neuroschiavi (Ed. Macro, 2009, scritto insieme a Marco Della Luna), è uno dei pochi uomini in Italia che io definisco “avanti”. “Avanti” sicuramente rispetto alla media dei suoi colleghi, in quanto ad apertura mentale, per il suo coraggio di denunciare ciò che in campo medico non funziona e per la sua determinazione nel presentare nuove proposte spesso ardite e rivoluzionarie. Il Prof. Cioni ci ha inviato recentemente diversi suoi interessanti scritti in cui denuncia il malfunzionamento del nostro sistema sanitario (“regime sanitario”, come lui lo definisce), individuando i pilastri su cui poggia l’estesa struttura del malaffare e avanzando delle interessanti proposte per una sua radicale riforma. Proposte alle quali dedicherò più di un articolo, partendo proprio dalla spinosa questione delle ASL, che secondo Cioni non funzionano e andrebbero smantellate.
Le ASL sono state create in Italia ispirandosi alle “Health Authorities” del Servizio Sanitario Britannico nato nel 1948 e i cui esiti disastrosi, sia sul piano dell’efficienza che su quello economico-finanziario, sono stati ampiamente descritti e denunciati. Al punto che si sono resi necessari in Inghilterra un suo ridimensionamento ed una sua revisione “etica”, quest’ultima comunque molto discutibile. Ancora oggi, infatti, in Gran Bretagna si arriva ad anteporre questioni di costi-benefici agli interventi che sarebbero da offrire a tutti (ad esempio, se hai 80 anni, hai un tumore e dovresti essere operato, non lo sarai perché statisticamente l’aspettativa di vita non ti sarà aumentata di molto dal costoso intervento; ma ciò vale anche per i farmaci da impiegare….).
Da noi, come denuncia Cioni, ci stiamo avvicinando a grandi passi a tutto questo, nonostante i rassicuranti cartelloni pubblicitari che affermano che “la tua regione ti segue dalla nascita alla morte”, sperabilmente celere per non gravare sul budget (ma quanto costano e chi ci guadagna da queste irritanti campagne?).
Si sa che tutto il sistema è soggetto ad una sistematica corruzione dovuta a tutta una serie di ben noti fattori (case farmaceutiche, ditte produttrici di apparecchiature, preferenze per i posti letto da accordate a pazienti “paganti”, etc.), alla selezione di personale inidoneo (fondata più su scelte politiche che su reali meriti e competenze) e da frequenti abusi di potere (gli operatori si sentono inamovibili e padreterni). Nel caso di alcuni servizi sociali e/o di salute mentale per l’infanzia si giunge addirittura a “rapire” i bambini alle madri con accuse tragicomiche, come ad esempio quella del servizio di Mirandola, di essere responsabili della “sindrome autistica” della figlia. Si separano così i bambini dalle loro famiglie per metterli spesso in strutture orribili dove avvengono violenze di ogni tipo e circola talvolta la droga (come nel caso di una recente denuncia a una struttura di Chieti). É molto più facile e comodo, infatti, spedire una lettera al Tribunale per i Minorenni che occuparsi seriamente di un caso.
Inoltre, come denuncia sempre Cioni, le ASL hanno preso il posto delle Poste e delle Ferrovie come serbatoi di assunzioni politiche. In pochi anni, come è stato evidenziato in un recente convegno del sindacato medico CIMO, gli amministrativi sono passati da 1 per 3 medici a 5 per 1 medico. I controlli di ciò che fa il personale sono blandissimi e “timbrare il cartellino” non significa compiere lavori utili. Un recente caso verificatosi in Toscana, nel Mugello, ufficializzato da denunce e sospensioni, mostra uno psichiatra a spassarsela per alberghi con altro personale operativo di sesso diverso in orario rigorosamente di servizio. Ma questo è meno della punta di un iceberg. Nella città di Reggio Calabria, affetta da disastroso bilancio negativo, i medici ASL sono 5 volte più numerosi che nella città di Milano. Gli igienisti (una volta relegati a un ruolo modesto) sono nelle posizioni di comando e giustificano il passare di molto del loro tempo in riunioni sul ”budget”, realizzando parodie pseudoaziendali tragicomiche. Poi, quando c’è da farsi esami clinici (dal semplice prelievo a TC e RM) se non hai una conoscenza o paghi in proprio presso qualche ambulatorio privato, sei soggetto a file ed attese da paese sottosviluppato.
Cioni ci fa poi l’esempio della paradossale risposta delle ASL in merito ai sempre più frequenti ritardi e problemi. I Cittadini vengono inviati a denunciare i disservizi agli URP, gli Uffici di Relazione con il Pubblico. Considerati il “fiore all’occhiello delle ASL”, si tratta di strutture autoreferenziali che rispondono se e quando vogliono e dove si reca certamente chi non ha subito alcun vero torto.
Insostenibile è poi, come rileva Cioni, il fatto che si continui a chiudere gli occhi su un metodo diffuso, largamente utilizzato soprattutto da stranieri ed extracomunitari, per ottenere subito esami e cure passando avanti a tutti gli altri Cittadini, talvolta costretti ad attese di ore prima di essere visitati: chiamare il 118 e farsi portare in ospedale facendo sceneggiate e simulando i peggiori mali del mondo. Essi ottengono così corsie preferenziali e brevi degenze durante le quali ottengono gratuitamente tutto quello che vogliono.
Secondo Paolo Cioni occorre smantellare le ASL (da cui dipende la maggior parte degli ospedali) con urgenza. Anche se esistono delle eccezioni a livello locale, il sistema è inefficiente, corrotto, inaffidabile. Quindi non più sostenibile.
Propone Cioni il ritorno ad un sistema mutualistico, in parte gestito dallo Stato con proprie agenzie, ed un sistema di assicurazioni sanitarie per le famiglie detraibili dalle tasse (assicurazioni pagate dallo Stato ai veri poveri). Assicurazioni in sana concorrenza tra loro, che prevedano prestazioni diagnostiche e terapeutiche presso professionisti e strutture scelte. Il “gettone” fiscale spendibile dal cittadino potrebbe essere indirizzato verso chi funziona meglio (e lo tratta meglio anche sul piano umano). Allo stato rimarrebbe la competenza sui pronti soccorsi e le emergenze, con compiti supervisionali ben definiti.
Tornerò ancora, con successivi articoli, sulla questione della riforma del nostro sistema sanitario, illustrandovi altre proposte avanzate da Paolo Cioni.
Nicola Bizzi
http://www.signoraggio.it/servizio-sanitario-o-regime-sanitario-secondo-paolo-cioni-e-giunto-il-momento-di-smantellare-le-asl/
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