90% degli europei utilizzera' tutto il reddito per cibo ed energia - Lancet : tutta colpa dei no vax, vaccinazione di massa

La Giornata oggi inizia bene : "Oggi c’è il rischio di crack tra le società energetiche per la crisi di liquidità causata da normative pensate dopo Lehman, che hanno dato un grande ruolo alle controparti centrali (clearing house) e hanno aumentato il meccanismo delle garanzie".  (Sole 24 ore) Poiché le banche centrali di tutto il mondo aumentano contemporaneamente i tassi di interesse in risposta all'inflazione, il mondo potrebbe avvicinarsi a una recessione globale nel 2023, e a una serie di crisi finanziarie nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, secondo un nuovo studio completo della Banca Mondiale. Prosegue ancora meglio : Allarme della Banca Mondiale – L’economia globale rischia di sprofondare in recessione L'economia mondiale rischia di sprofondare in recessione, avverte l’istituto con sede a Washington, con l'inflazione ai massimi da decenni, l'economia globale che subendo il rallentamento più marcato dal 1970 e la fiducia dei cons...

ANTONIO MARIA RINALDI-IL CASO GRECIA DIMOSTRA CHE DALL’EURO SI ESCE SOLO CON UNA GUERRA O CON LA RIVOLUZIONE

ANTONIO MARIA RINALDI-IL CASO GRECIA DIMOSTRA CHE DALL’EURO SI ESCE SOLO CON UNA GUERRA O CON LA RIVOLUZIONE

PREMESSA
SONO STATO PERSONALMENTE RIPUDIATO, RINNEGATO,GHETTIZZATO, ETICHETTATO COME UN CRIMINALE, IN PARTICOLAR MODO DAL MONDO 5 STELLE, PER AVER DETTO E SCRITTO GIA' MESI FA LE STESSE IDENTICHE COSE CHE OGGI  ESPRIME L'AUTOREVOLE ECONOMISTA ANTONIO MARIA RINALDI-
NON CERCO APPLAUSI O SCUSE,ANZI LA MIA AMAREZZA AUMENTA, PERCHE' SE LE COSE STANNO VERAMENTE COSI', ALLORA CONOSCENDO IL POPOLO ITALIANO, NON SO PROPRIO COME FAREMO A SALVARCI
http://indacoreportage.blogspot.it/

DI ANTONIO MARIA RINALDI
Il caso greco, ma sarebbe più opportuno chiamarla direttamente la tragedia greca, ha definitamente fatto intuire che dall’euro si può uscire solo con una rivoluzione o una guerra come la Storia ha
sempre insegnato ci si libera da una dittatura.
Nulla poteva il giovane Alexis Tsipras contro il muro di gomma con cui si è confrontato, anche lui abile ma inutile illusionista per poter minimamente cambiare il potere oligarchico che si divide fra Bruxelles, Francoforte e Berlino.
Nulla da fare invece e l’unico risultato portato a casa è stato quello di posticipare di quattro mesi gli impegni presi dalle precedenti amministrazioni con l’unico intento di dare il tempo necessario al nuovo premier greco di trovare giustificazioni plausibili da opporre al proprio elettorato per evitare
linciaggi, non solo mediatici ma anche di piazza, da parte di una popolazione che sta intuendo ormai di essere stata presa in giro per l’ennesima volta dal politico di turno.

Nell’accordo raggiunto dal nuovo governo greco a Bruxelles non c’è traccia di nessuna delle promesse tanto sbandierate in campagna elettorale che hanno consentito a Syriza di vincere, anche perché era palese che per poterle perseguire realmente la Grecia aveva una sola opzione: uscire dall’euro.
Fra sei mesi, massimo un anno, il paese ellenico si ritroverà come nel gioco dell’oca esattamente nella stessa situazione di oggi, perché ci si ostina ancora a voler parare i danni a valle e non risolvere il problema originario a monte che puntualmente li determina e che ha una causa ben precisa: appartenenza all’euro! 
Non era credibile infatti proporre soluzioni da “botte piena e moglie ubriaca” e tutta la pantomimica profusa dal leader di Syriza era nella pratica tesa ad ottenere al massimo qualche concessione rispetto alle stringenti e devastanti precedenti imposizioni della Troika.
Alla fine dei conti anche il governo a guida Tsipras può essere considerato, per i risultati fino ad ora ottenuti, semplicemente un Samaras Bis, quel tanto di cosmesi necessaria per non far scoppiare una violenta rivoluzione per mano di una popolazione esasperata e ridotta allo stremo.

La Troika ha “concesso” quattro mesi di proroga solo per evitare di essere presto accusata di aver spianato la strada in Grecia a un probabile futuro governo dei “Colonnelli”!
Un po’ come sta avvenendo in Italia da qualche anno a questa parte: rispetto all’invio del commissario liquidatore Mario Monti, imposto dalla Troika per salvaguardare gli interessi dei creditori e non certo dei cittadini e del sistema delle imprese italiane, gli è succeduto un Enrico Letta ma nei fatti fedele continuatore delle stesse politiche deflazionistiche tanto da poter archiviare il suo governo tranquillamente come un Monti Bis, per infine vedere un Matteo Renzi nelle vesti del gran riformatore e innovatore per celare nella realtà un altro Monti Ter nella sua evoluzione ancora più supina e prona alla UE: riforma del lavoro e smantellamento della Costituzione.

Cambiano i volti solo per imbonire la popolazione confondendo le acque perché alla fine vige la legge del più forte e le regole le dettano sempre e unicamente chi offre le maggiori garanzie di tutela ai poteri finanziari e alle lobby industriali.
Perciò non illudiamoci più di tanto: la rete di ragno costruita dall’Europa a difesa della sopravvivenza dell’euro è inattaccabile grazie ai meccanismi automatici biogiuridici consolidati negli anni di cui sia avvale la Troika e che i residuali strumenti democratici e le Costituzioni, ancora a disposizione dei paesi membri, non riusciranno mai a modificare o scalfire minimamente.
La Grecia insegna, aldilà delle più o meno buone intenzioni di Tsipras sciolte come neve al sole in meno di una settimana di trattative, che l’unico mezzo rimasto per ripristinare un ordine democratico passa ormai da una guerra o da una rivoluzione che parta dai cittadini così come sempre avvenuto nei millenni per liberarsi definitivamente da una dittatura!
E’ il caro pezzo da pagare per riprenderci ognuno la nostra dignità calpestata e la democrazia scippata da una Europa che non è l’Europa che ci era stata promessa e in cui ingenuamente abbiamo creduto, perché ha voluto affidare esclusivamente ad una moneta sbagliata un compito che non sarebbe mai riuscita a portare a termine!
Antonio Maria Rinaldi

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