La Giornata oggi inizia bene : "Oggi c’è il rischio di crack tra le società energetiche per la crisi di liquidità causata da normative pensate dopo Lehman, che hanno dato un grande ruolo alle controparti centrali (clearing house) e hanno aumentato il meccanismo delle garanzie". (Sole 24 ore) Poiché le banche centrali di tutto il mondo aumentano contemporaneamente i tassi di interesse in risposta all'inflazione, il mondo potrebbe avvicinarsi a una recessione globale nel 2023, e a una serie di crisi finanziarie nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, secondo un nuovo studio completo della Banca Mondiale. Prosegue ancora meglio : Allarme della Banca Mondiale – L’economia globale rischia di sprofondare in recessione L'economia mondiale rischia di sprofondare in recessione, avverte l’istituto con sede a Washington, con l'inflazione ai massimi da decenni, l'economia globale che subendo il rallentamento più marcato dal 1970 e la fiducia dei cons...
LASCIAMO STARE GANDHI - LA RISPOSTA ALLA PROPOSTA DI SUICIDIO COLLETTIVO DI PAOLO BARNARD SI CHIAMA FONDAZIONE FIAS
LASCIAMO STARE GANDHI - LA RISPOSTA ALLA PROPOSTA DI SUICIDIO COLLETTIVO DI PAOLO BARNARD SI CHIAMA FONDAZIONE FIAS
Sabato 13 giugno Paolo Barnard, con un post ha accolto un vecchio appello di Gandhi in cui per lottare contro un nemico soverchiante (che non si può sconfiggere sul campo) è necessario votarsi al martirio, cioè farsi macellare dal nemico stesso, felici di sacrificare la propria vita.
Il giornalista d’inchiesta che fu di Report, vuole organizzare gruppi suicidi, vestiti di bianco, disposti a tagliarsi le vene davanti all’ambasciata israeliana di Parigi!
In simili vicoli ciechi possono condurre la totale impotenza politica che affligge i dominati, la certezza di non avere alcuna forza e alcuna rappresentanza, in questo sistema, e di essere abbandonati a se stessi, covando una rabbia sempre più inestinguibile.
Lo sfogo storico, politico e sociale della Rivoluzione sembra che oggi sia più che mai interdetto.
I rapporti sociali presumibilmente non cambieranno, nei prossimi anni, e saranno sempre più sfavorevoli alle classi dominate.
Ecco allora che la disperazione, mista a un senso d'impotenza e a una rabbia crescente che non trova sbocchi, può portare a proposte come quelle di Barnard.
Proposte letteralmente suicide, che esaltano il lato simbolico dell’estremo sacrificio di sé.
Posso comprendere la disperazione di chi si scontra con muri invalicabili e non può opporsi a che un sistema onnipotente, socialmente criminale, faccia a pezzi la sua vita, per creare valore finanziario astratto a vantaggio di pochissimi.
Posso capire il senso di sconforto davanti a un nemico che soverchia i popoli da ogni punto di vista, dalla comunicazione alla conoscenza scientifica, dalla comprensione dei meccanismi di funzionamento sistemico alla disponibilità di armi, armati e mercenari (alleanza atlantica, euronazisti ucraini e baltici, stato islamico e vari fronti di tagliagole sunniti, come al-nusra, eccetera eccetera). Posso capire, infine, uno come Barnard, che ha ricevuto molti colpi dal nemico e non è riuscito nel suo ambizioso piano di “educare” la popolazione italiana alla comprensione dell’arma economica, usata ampiamente dall’élite neocapitalista (almeno in apparenza) invincibile.
Tuttavia, non è questa la strada per affrontare, oggi, il nemico principale neocapitalista e i suoi servi, mediatici e subpolitici, accademici e militari.
Lasciamo stare Gandhi, che non è riuscito nel suo intento, chiaramente pacifista, di modificare i rapporti fra gli uomini e di eliminare i conflitti.
Le successive guerre e le schermaglie di confine fra India e Pakistan, nonché le frequenti violenze interne alla Federazione Indiana (contro Sikh, cristiani, maoisti), sono lì a dimostrarlo.
Ho persino il sospetto (non da solo!) che le élite neocapitaliste prive di ogni scrupolo – la situazione della popolazione greca, ma molto di più di quella siriana sono lì a dimostrarlo – gradiscono arrivare a un punto di svolta demografico, nel pianeta, con conseguente diminuzione della popolazione, evitando anche gli innalzamenti “eccessivi” della vita media dei dominati, nei prossimi decenni.
I suicidi di massa davanti ad ambasciate-simbolo in capitali importanti, o in qualsiasi altro luogo, in ultima analisi porterebbero acqua al loro mulino, senza che il loro blindatissimo e articolato sistema di potere corra rischi eccessivi.
Darebbero, questi sacrifici simbolici, il chiaro segnale che la popolazione esasperata non è pronta per una diffusa controviolenza, organizzata, rivoluzionaria e addirittura catartica.
Andrebbero nel senso della riduzione, in termini demografici, di popoli che loro giudicano inutili (italiano, greco, portoghese, ad esempio), quanto alla creazione del valore finanziario di cui si alimentano.
Infatti, i sacrificati andrebbero a sommarsi ai suicidi per fallimento “individuale” ed economico, sempre più diffusi, e a una denatalità alimentata dalla crisi economica strutturale, che loro stessi hanno provocato e abilmente gestito (almeno finora).
Del resto l’esito è scontato fin d’ora: se Barnard si toglierà la vita a Parigi, davanti all’ambasciata israeliana, assieme ad altri mille volontari, usando un taglierino per incidere ambedue i polsi, non per questo scoppieranno disordini in Francia, o in Italia crollerà il castello di carte del partito collaborazionista piddino.
Dal cappello a cilindro della disinformazione e della propaganda – che contiene cose in grado di surclassare la realtà – estrarranno la tesi della setta.
Una setta fanatica, nel nostro caso fuorviata dal povero Barnard, che ricorderebbe, nell’immaginario dei più, quella del Tempio del Popolo guidata dal predicatore Jones, suicidatasi in massa – più di novecento morti fra adulti e bambini – nel 1978 in Guyana.
Qui in Italia, come sottolinea il titolo del presente post è necessario COMBATTERE, con determinazione e continuità, contro i principali servi delle élite neocapitaliste, non potendo efficacemente raggiungere queste ultime.
L’alternativa al suicidio simbolico e collettivo potrebbe essere questa, che comporta, però, una buona identificazione del nemico.
COMBATTERE non vuol dire sempre e comunque usare la pistola o i fucili-mitragliatori.
COMBATTERE VUOL DIRE AGIRE, CERCARE DI ARGINARE LE SOFFERENZE DEI PIU' DEBOLI, ORGANIZZARE EVENTI TERRITORIALI DEVOLVENDO GLI INCASSI, AGGREGARE LE VARIE ASSOCIAZIONI SUL TERRITORIO SOTTO L'UNICA BANDIERA DEL SOCIALE-
BENE DA OGGI E' POSSIBILE, LA FONDAZIONE INTERNAZIONALE ASSISTENZA SOCIALE, HA DECISO DI ROMPERE GLI INDUGI E DI PASSARE ALLA FASE DI REALIZZAZIONE DI UNA RAPIDA RETE E RADICALIZZAZIONE SUL TERRITORIO, PER COMBATTERE QUESTE SOFFERENZE CHE STANNO PORTANDO MOLTI AD AZIONI ESTREME ED IRREVERSIBILI--
NOI DI INDACO REPORTAGE ABBIAMO IMMEDIATAMENTE ADERITO A QUESTA PROPOSTA E VI INVITIAMO AD INFORMARVI PER IL BENE SOCIALE, E CONTRIBUIRE AD EVITARE QUELLO CHE SI PREANNUNCIA COME IL PIU' EPOCALE CONFLITTO DI CLASSE DELLA STORIA ITALIANA, SARA' POSSIBILE SOLTANTO SE RIUSCIREMO A MITIGARE, ANCHE PARZIALMENTE LA RABBIA E LA DISPERAZIONE DELLE FASCE PIU' DEBOLI, CHE STANNO AUMENTANDO DI NUMERO OGNI GIORNO, PER FARE CIO' C'E' BISOGNO DI AZIONE E NON DI PAROLE
E' UNA PROPOSTA TOTALMENTE APOLITICA
NON ABBIAMO IL TEMPO PER SPIEGARTI TUTTO, VI RIMANDIAMO QUINDI
AI 2 LINK, CHE PORTANO SIA AL SITO DELLA FONDAZIONE, SIA ALLA PAGINA FB
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