M5s, colloquio Artini-Grillo. Lui: “Mi rovinate”. Il leader: “Non vi fidate più di me?”
Dopo che il voto degli iscritti ha deciso l'espulsione dei due deputati, una delegazione è andata sotto casa del fondatore del Movimento.
Ecco che cosa si sono detti nel confronto di un'ora nella villa in Toscana
di Martina Castigliani
Li ha ricevuti a pochi passi dal cancello della sua villa di Marina di Bibbona, in Toscana. L’incontro del chiarimento tra i deputati delMovimento 5 stelle e Beppe Grillo è durato quasi un’ora.
In piedi con giacca e cappotti sul pianerottolo di casa.
Non li ha invitati a entrare perché, secondo il leader, di un colloquio non c’era proprio
bisogno.
Poco dopo l’espulsione di Massimo Artini e Paola Pinna in sette si sono attaccati al citofono. Grillo ha fatto resistenza: “Sono stanco”, gli ha risposto.
Poi è uscito per guardarli negli occhi.
“Beppe mi avete rovinato la reputazione.
Il blog ha detto che non restituisco i soldi.
E’ falso, tutto falso”, ha detto Artini.
Ma il comico non ha voluto sentire ragioni.
Gli ha risposto che conosce il caso ed è stato giusto così.
Gli ha detto anche che il Movimento sta bene
. I deputati allora: “Siamo qui perché l’M5s è diventato un’altra cosa.
Dobbiamo ricominciare e abbiamo bisogno di te”.
Proprio quello che Grillo non poteva accettare di sentire: “Così mi offendete.
Non vi fidate più di me?
Il problema è Casaleggio?”.
Un’ora di incontro per non cambiare nulla.
“E’ stato un muro, un muro”,
ha ripetuto il deputato Marco Baldassarre.
“Siamo delusi”.
Nascosto a Marina di Bibbona, in un giorno così Grillo sperava solo di non farsi trovare. Nella villa al mare si è rifugiato perché stanco e infastidito da tutto.
Perché i giornalisti tanto sarebbero andati sulla collina di Sant’Ilario a Genova per avere sue notizie.
E invece lui sarebbe stato semplicemente lontano, in riva alla spiaggia.
E lì l’hanno trovato i suoi attivisti, quelli che in Toscana sanno dove andarlo a cercare.
Ci ha messo un’ora a convincersi a riceverli.
Nel pomeriggio ha parlato con il deputato Samuele Segoni, poi verso le 21 al telefono con Marco Baldassarre, Massimo Artini, Federica Daga, Tatiana Basilio, Silvia Benedetti.
E anche a quel punto ha provato a mandarli via: “Sono stanco, non posso incontrarvi”.
“Ma Beppe siamo venuti fino qui da Roma”, hanno risposto i parlamentari.
E così ha deciso di aprire il cancello.
Artini: “Sul blog cose false e calunniose.
Così rovinate la mia reputazione”
Il viso, i sei, lo descrivono come di ghiaccio.
Un muro inflessibile che non voleva sentire ragioni e che ripeteva la storia così come è stata raccontata dal blog.
Ha preso la parola Artini, espulso da poche ore ed accusato di non aver reso parte dello stipendio: “Beppe sono state scritte cose false e calunniose.
Io ho restituito tutto, ho le prove dei miei rimborsi.
Così mi rovinate.
Rovinate la mia reputazione”.
E Grillo, riportano i parlamentari, avrebbe risposto sicuro della sua versione: “E’ falso.
Io conosco i rendiconti e so che non hai restituito.
Non siamo passati dall’assemblea perché non avremmo avuto la maggioranza per far passare la mozione”.
Ma l’espulsione per i deputati era solo una scusa per parlare di una crisi che sentono sempre più forte.
Un faccia a faccia con Grillo da soli per più di dieci minuti non ce l’hanno mai avuto, se non dopo un comizio o un’assemblea.
E così questa volta lo hanno investito di pensieri e sensazioni che raccolgono da oltre un anno.
E anche i malesseri di un qualcosa che tra di loro è cambiato.
“Beppe non siamo più quelli del passato”, gli ha detto Baldassarre.
Ma ancora non c’è stato niente da fare.
“Vogliamo ricostruire il Movimento e rifarlo con te.
Siamo qui a parlare perché pensiamo che tu sia il fondatore M5s.
Noi siamo in parlamento grazie a te, non grazie a Casaleggio”.
Grillo ascoltava, ma poi ripeteva: “Ti sbagli, ti sbagli.
Questa è la tua versione.
Il Movimento va alla grande e va tutto bene.
In Emilia Romagna abbiamo eletto 5 consiglieri regionali”.
I deputati insistevano: “Beppe noi viviamo nei Meetup e siamo sul territorio.
Ti diciamo quello che vediamo e conosciamo direttamente.
Devi ascoltarci.
L’M5s non è più quello che era anni fa e dobbiamo intervenire”.
Grillo: “Mi offendete.
Non voglio sentire che il Movimento è finito.
Non vi fidate più di me?”
Grillo ha ascoltato paziente e retto il gioco del leader che non molla a metà la strategia del gruppo.
Ma certe frasi non potevano non ferire lui, che quei ragazzi li ha portati in giro nelle piazze e li ha visti crescere.
“Non dovete dire queste cose.
Così mi offendete.
Non voglio sentire che il Movimento è finito.
State dicendo che non vi fidate più di me?
Qual è, ragazzi, il problema?
E’ Gianroberto Casaleggio?”.
Eccolo il nodo: la fiducia.
Un gruppo di deputati e attivisti che mette in dubbio il voto e la gestione del blog.
Tutto che si mette in discussione.
“No, Beppe, siamo qui proprio perché ci fidiamo di te.
Siamo qui per avere un confronto”, gli hanno risposto.
E poi hanno chiesto la cosa più difficile: “Perché non si può annullare l’espulsione di Massimo?
Si basa su cose non vere.
Non è giusto”.
Ma ancora Grillo ha risposto che non c’è più niente da fare.
“Vi sbagliate, va tutto bene così”.
E poi li ha fatti uscire.
Commenti
Posta un commento