90% degli europei utilizzera' tutto il reddito per cibo ed energia - Lancet : tutta colpa dei no vax, vaccinazione di massa

La Giornata oggi inizia bene : "Oggi c’è il rischio di crack tra le società energetiche per la crisi di liquidità causata da normative pensate dopo Lehman, che hanno dato un grande ruolo alle controparti centrali (clearing house) e hanno aumentato il meccanismo delle garanzie".  (Sole 24 ore) Poiché le banche centrali di tutto il mondo aumentano contemporaneamente i tassi di interesse in risposta all'inflazione, il mondo potrebbe avvicinarsi a una recessione globale nel 2023, e a una serie di crisi finanziarie nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, secondo un nuovo studio completo della Banca Mondiale. Prosegue ancora meglio : Allarme della Banca Mondiale – L’economia globale rischia di sprofondare in recessione L'economia mondiale rischia di sprofondare in recessione, avverte l’istituto con sede a Washington, con l'inflazione ai massimi da decenni, l'economia globale che subendo il rallentamento più marcato dal 1970 e la fiducia dei cons...

M5S-GRILLO-la folle decrescita infelice

M5S-GRILLO-la folle decrescita infelice

di Marco Travaglio 
Non ci sono più parole per descrivere il lento e inesorabile, ma tutt’altro che inevitabile, suicidio del Movimento 5 Stelle.
 Unsuicidio di massa che ricorda, per dimensioni e follia, quello dei 912 adepti della setta “Tempio del Popolo”, che il 18 novembre 1978 obbedirono all’ultimo ordine del guru, il reverendo Jim Jones, e si tolsero la vita tutti insieme nella loro comune di Jonestown, nella giungla della Guyana, bevendo un cocktail al cianuro.
L’ultima mattana del Tempio del Grillo è l’avviso di sfratto per i deputatiArtini e Pinna, accusati di violare da mesi l’impegno – a suo tempo sottoscritto da tutti i candidati – di restituire parte dello stipendio e rendicontare tutto sul blog.
I due sostengono che non è vero ed esibiscono ricevute, ma la loro difesa non appare nella requisitoria pubblicata sul blog di Grillo, che ieri ha chiamato gli iscritti a votare per
l’espulsione. 

Finora gli “enucleandi” potevano difendersi nell’assemblea dei gruppi parlamentari, dopodiché scattava il voto sul web. 
Stavolta invece la procedura è stata invertita: prima il voto sul web, poi eventualmente quello degli eletti.
 In questo guazzabuglio di scontrini e carte bollate, capire chi ha ragione e chi ha torto sul merito è arduo.
 Ma anche inutile.
 È vero che chi si candida in un partito o movimento ne accetta le regole e, se le viola, può essere espulso.
 Ed è vero che la restituzione dei fondi pubblici (42 milioni di rimborsi elettorali totali e 10 di indennità parziali) fa parte del Dna dei 5 Stelle ed è una delle ragioni del loro successo. Ma, chiunque abbia ragione sul restituire & rendicontare, c’erano mille strade per risolvere la questione in modo meno traumatico. 

Lo dimostrano le perplessità non solo dei soliti dissidenti, ma anche di diversi “duri e puri”. 
Chi ha messo in piedi il processo a ciel sereno ne trascura la devastante ricaduta esterna: nei giorni più neri del governo Renzi, alle prese con mille guai che per la prima volta danno ragione alle opposizioni e in primis ai 5 Stelle, tg e giornali hanno buon gioco a parlar d’altro. 
Cioè – paradosso dei paradossi – dei guai del M5S.
 Che così riesce nell’impresa di calciare in tribuna l’ennesimo rigore a porta vuota: invece di affacciarsi a dire “noi l’avevamo detto che Renzi sbagliava tutto”, regala al governo e ai suoi fans un’occasione d’oro per dire “noi l’avevamo detto che Grillo sbagliava tutto”. Geniale: un auto-sabotaggio identico a quello rinfacciato a Orellana & C.

Nell’ultima settimana, poi, anziché analizzare seriamente la fuga di elettori registrata in sei mesi tra Emilia Romagna e Calabria(401. 847 voti in meno rispetto alle Europee di maggio), il blog di Grillo è riuscito prima a cantare vittoria (col raffronto tipicamente doroteo con le regionali del 2010, quando il M5S era nella culla). 
Poi a ospitare un’intervista allo storico Petacco sulla (non) responsabilità di Mussolini nel delitto Matteotti, trascurando inspiegabilmente le guerre puniche e il Congresso di Vienna. 
Infine a scomunicare un deputato per leso divieto (peraltro intermittente) di andare in tv. Risultato: il buon lavoro dei parlamentari pentastellati resta sullo sfondo, mentre la fame atavica di forze anti-sistema viene confiscata da un Salvini qualunque, portatore insano di ricette fallimentari lunghe vent’anni, solo perché le sue felpe sono sempre in tv e riescono a imbonire quel pubblico periferico e ultracinquantenne che è magna pars dell’elettorato italiano.
 
E dire che basterebbe poco per raddrizzare la baracca: eleggere due o tre portavoce da mandare nei tg e nei talk meno indigesti a rappresentare la linea del M5S, evitando che a farlo sia il primo peone semidissidente che passa. 
E nominare un direttorio che giri per i meetup dirimendo i dissensi che inevitabilmente esplodono qua e là.
 L’alternativa è il permanente stillicidio-suicidio di espulsioni che fra l’altro assottiglia i gruppi parlamentari: due anni fa gli eletti erano 163, ora si son già ridotti a 143.
 Se poi gli espulsi votano col governo, magari sperando che qualcuno li ricandidi, si può pure sputtanarli come i nuovi Razzi e Scilipoti. 
Ma il primo colpevole è chi li ha espulsi, gettandoli fra le braccia di Renzi. 
Il quale, con degli avversari così, può campare cent’anni.

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