L’ATOMICA ITALIANA AD ISRAELE NEL 1974
Tutto quello che gli italidioti non devono sapere.
Esattamente nel dicembre di 40 anni fa, il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (a firma del presidente Ezio Clementel), ossia lo Stato italiano, stipulava un accordo di collaborazione nucleare con lo Stato di Israele.
Il memorandum prevedeva soprattutto scambi di alta tecnologia, di informazioni ultra segrete e di tecnici.
Ma era un intesa sbilanciata, a senso unico, verso Tel Aviv che a differenza dell’Italia (TNP siglato nel 1968 e ratificato dal Parlamento nel 1975) non ha mai aderito al trattato di non proliferazione nucleare.
Alla fine del 1964 l'impianto top secret di Dimona, spacciato per una fabbrica di manganese - nel deserto del Negev - produceva circa 8 chilogrammi di plutonio all'anno, abbastanza da consentire allo Stato sionista di costruire da una a due armi nucleari, una volta che il
plutonio fosse stato ulteriormente trattato.
Poiché avevano allestito un sistema stabile di produzione di plutonio fissile, avevano bisogno di un impianto di trattamento che rendesse rapidamente il plutonio utilizzabile per le armi.
Conseguenze per lo Stivale?
Semplicemente nefaste.
La follia istituzionale italo-francese e sionista, ha portato alle stragi di Ustica (81 vittime) e Bologna (85 vittime).
Ecco la verità indicibile che i magistrati nostrani non sono stati capaci di scoprire, grazie anche a depistaggi e omissioni dei massimi vertici statali, a partire dal presidente del consiglio Cossiga.
Insomma, i togati non hanno mai sfiorato il livello politico.
Fino al 1976 l'Italia ha sperimentato in gran segreto, esattamente in Sardegna, il missile nucleare Alfa.
Per capire occorre un passo indietro.
Nel 1952 fu allestita la Commissione israeliana per l'energia atomica.
Nel 1956 la Francia fornì ad Israele un reattore nucleare da 24 megawatt.
La Francia acquistò acqua pesante per il reattore dalla Norvegia, ingannando il governo norvegese.
Perfino i funzionari doganali francesi furono ingannati sulla destinazione di componenti del reattore.
Nel 1964 il reattore francese - piazzato segretamente nella terra promessa - divenne operativo.
Del progetto nucleare di Israele erano a conoscenza anche gli Stati uniti, ovvero la sua principale fonte di forniture belliche.
Nel 1958 aerei spia Usa fotografarono il complesso di Dimona.
Successivamente un promemoria del governo Usa datato ottobre 1969, riferiva di discussioni tra funzionari del Dipartimento di Stato e un rappresentante della Commissione per l'energia atomica, faceva intendere che il possesso da parte di Israele di impianti per la fabbricazione di armi nucleari non costituiva un problema per il governo Usa.
Secondo il promemoria, «il team [della Commissione per l'energia atomica] è giunto alla conclusione che il governo Usa non è intenzionato a sostenere un vero sforzo di `ispezione', in cui gli ispettori del team possano sentirsi autorizzati a porre direttamente domande pertinenti e/o a insistere che venga loro consentito di visionare documentazioni, materiali e simili.
Agli ispettori è stato raccomandato di non causare controversie, comportarsi da `gentiluomini' e non manifestare disaccordo con la volontà degli ospiti.
In un'occasione sembra che i membri del team siano stati criticati duramente dagli israeliani per essersi `comportati come ispettori'».
Soltanto il presidente John Fitzgerald Kennedy si oppose concretamente opposti al programma nucleare israeliano, ma il suo assassinio non gli ha lasciato il tempo.
Grazie all'eliminazione dell'importuno JFK, la proliferazione ha potuto continuare.
Di fatto, i presidenti Johnson e Nixon non hanno creato alcun inconveniente ad Israele.
Oggi è assurdo e paradossale che proprio Israele minacci l’Iran (aderente al TNP), sotto il controllo dell’AIEA, ma anche la Siria.
Il Sipri, vale a dire una fonte indipendente qualificata, ossia la più autorevole al mondo, stima da tempo la presenza in Israele di un autentico arsenale nucleare, ovvero di armi di sterminio di massa.
Perchè l'Onu e l'Unione europea non fiata?
E l'italietta telecomandata dall'estero ha qualcosa da obiettare mister Matteo Renzi?
Gianni Lannes
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