90% degli europei utilizzera' tutto il reddito per cibo ed energia - Lancet : tutta colpa dei no vax, vaccinazione di massa

La Giornata oggi inizia bene : "Oggi c’è il rischio di crack tra le società energetiche per la crisi di liquidità causata da normative pensate dopo Lehman, che hanno dato un grande ruolo alle controparti centrali (clearing house) e hanno aumentato il meccanismo delle garanzie".  (Sole 24 ore) Poiché le banche centrali di tutto il mondo aumentano contemporaneamente i tassi di interesse in risposta all'inflazione, il mondo potrebbe avvicinarsi a una recessione globale nel 2023, e a una serie di crisi finanziarie nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, secondo un nuovo studio completo della Banca Mondiale. Prosegue ancora meglio : Allarme della Banca Mondiale – L’economia globale rischia di sprofondare in recessione L'economia mondiale rischia di sprofondare in recessione, avverte l’istituto con sede a Washington, con l'inflazione ai massimi da decenni, l'economia globale che subendo il rallentamento più marcato dal 1970 e la fiducia dei cons...

RIFLETTENDO A TESTA IN GIU'

RIFLETTENDO A TESTA IN GIU'

 sono anarchico,non ho preferenze partitiche, pero' i conti li so fare, e mi esce fuori che sono gia' piu' di 4 anni che ci hanno imposto dei governi che non ha votato nessuno,e che hanno avuto e hanno il solo incarico di fare macelleria sociale e istituzionale...se le cosidette opposizioni (poi a cosa si sono opposti devo ancora capirlo) avessero avuto un minimo di dignita'e onesta' morale,oltre ad una buona dose di senso civico indispensabile per i ruoli ai quali si sono candidati,si sarebbero gia' dimessi in massa da molto tempo e se necessario avrebbero anche organizzato azioni di resistenza extraparlamentare,visto che a turno tutti si dichiarano gli eredi della resistenza...invece sono tutti ancora li,tutti intorno all'osso, guai a mollarlo,caso mai da nornali cittadini gli toccasse subire in prima persona gli effetti che loro stessi hanno prodotto.o cmq hanno lasciato che altri lo facessero,
miseria,disoccupazione,suicidi x disperazioni,anziani che al 20 del mese hanno gia' finito la pensione e non hanno nemmeno il cibo,per non parlare delle cure mediche che hanno dovuto abbandonare...

E ora sono tutti di nuovo a chiedervi i voti, con tanti bei discorsi e tanti bei sorrisi,tanta finta indignazione verso i loro complici con i quali si alternano nella staffetta di difesa del comune scranno,vi fanno il gioco del poliziotto buono e quello cattivo,e voi continuate a giocare con loro ..deve essere la sindrome della vittima che ama il suo aguzzino

La futura battaglia per l’acqua


Il deficit di acqua dolce può causare conflitti armati, affermano gli scienziati.
 Oggi circa 700 milioni di persone in 43 paesi soffrono per la carenza dell’acqua.
Entro il 2015 a causa del cambiamento globale del clima e crescita della popolazione sul pianeta questa cifra supererà tre miliardi.
Secondo il parere degli esperti, la principale minaccia di futuri conflitti è la distribuzione delle risorse idriche in modo disuguale. 
Dunque il fabbisogno minimo del consumo d’acqua per una persona al giorno è di 20 litri.
Circa un miliardo di persone sulla Terra però possono utilizzare soltanto 5 litri al giorno. Il deficit più acuto d’acqua si sente in Medio Oriente, in Cina, India, nell’Asia Centrale, nei paesi dell’Africa Centrale e Orientale.

Per il continente africano l’accesso all’acqua dolce è un problema di sicurezza dello stato, ritiene Marina Sapronova, professore della cattedra degli studi orientali dell’Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali (MGIMO).
Perciò la decisione dell’Etiopia di ostruire la diga sul Nilo Blu ha suscitato un forte malcontento da parte dell’Egitto.
 Nello stesso tempo l’Etiopia sta costruendo nel corso superiore del Nilo una potente centrale elettrica che potrà fornire l’energia anche agli stati confinanti.
L’Egitto teme che dopo la costruzione della diga sarà privato di un quarto delle proprie risorse idriche, fa notare la donna:
“Per l’Egitto il problema sta nel fatto che praticamente il 98 percento dellapopolazione vive nella valle del Nilo.

 Rispettivamente non è soltanto la questione di approvvigionamento di generi alimentari, ma anche di produzione industriale, della sicurezza nazionale.
Storicamente questo stato è nato nella valle del Nilo e tutta la sua storia è legata alle sue acque.
 Il problema principale è che oltre all’Egitto ci sono altri 10 stati dell’Africa Centrale e Orientale a sfruttare il Nilo.
E inoltre sono grandi stati come il Sudan, l’Etiopia, Kenya, Ruanda, Uganda, Tanzania. La popolazione complessiva di questi stati fa oltre 300 milioni di persone. Nell’ultimo decennio il Sudan e l’Etiopia hanno iniziato a svilupparsi anche sul piano economico – cresce la produzione industriale“.
Tutto ciò richiede l’aumento del consumo dell’acqua del Nilo e l’aumento della produzione dell’energia elettrica per aumentare la potenza industriale.
Nell’Asia Centrale già da qualche anno è in corso la disputa tra Uzbekistan e Tajikistan a causa del fiume Vahsh, un affluente dell’Amu Darya.
Dushanbe sta costruendo su Vahsh la centrale elettrica di Rogun. Tashkent è decisamente contraria, temendo la riduzione dello scolo di Amu Darya, ciò che arrecherebbe un colossale danno all’agricoltura.
I reciproci contrasti sono arrivati al punto tale da non poter praticamente più risolverli senza intervento internazionale, ritiene Andrei Grozin, responsabile della sezione dell’Asia Centrale e del Kazakistan dell’Istituto dei paesi della CSI:
Purtroppo i rapporti tra Dushanbe e Tashkent non sono tra i migliori. Inoltre questa situazione si osserva già da molti anni.

Il problema sta che all’epoca dell’Unione Sovietica i rapporti tra gli stati dell’Asia Centrale con l’abbondanza dell’acqua e con il deficit dell’acqua sono stati regolati da Mosca ed esisteva una certa armonia che permetteva agli stati situati nell’alto corso fluviale di costruire centrali elettriche e agli stati situati nel basso corso fluviale di on temere il deficit dell’acqua.
Secondo i pronostici degli scienziati, tra 50 anni le riserve dell’acqua potabile diminuiranno di un terzo, se non addirittura si dimezzeranno.
Non sono soltanto le conseguenze del riscaldamento climatico globale sulla Terra, ma anche non razionale, e a volte barbarica, utilizzazione dell’acqua. 
Se l’atteggiamento dell’umanità verso questo problema non cambierà, allora non si riuscirà senz’altro a evitare conflitti armati a causa dell’acqua.

MIRA: DISOCCUPATO 50ENNE DA 2 ANNI VIVE IN BARCA, SENZA ACQUA NÉ SERVIZI, MANGIA GRAZIE AI VOLONTAR
Da due anni vive all’interno di una barca ormeggiata lungo il Naviglio del Brenta.
 Questa è la storia di G.M., raccontata da La Nuova Venezia.
 L’uomo, un 50enne che ha vissuto a Mira l’intera vita, è disoccupato da anni e, dopo essersi separato dalla moglie ed aver provato a vivere in alcuni appartamenti in affitto, ha dovuto ripiegare in una soluzione alquanto scomoda e pericolosa, ma almeno gratuita. 
Un giorno infatti, ha notato una piccola imbarcazione ormeggiata ai Moranzani, lungo il Naviglio del Brenta, e ha deciso di dormirci dentro. 

I proprietari non hanno opposto resistenza e quell’instabile e pericoloso natante è divenuto l’abitazione dell’uomo, tanto da farci la residenza.
Per sua stessa ammissione G.M. 
ha provato più volte a rivolgersi ai servizi sociali, ma come da prassi gli alloggi comunali sono consegnati in base a una pubblica graduatoria. 
Così la decisione di vivere nella piccola barca, senza acqua nè servizi igienici, con il rischio d’affondare ad ogni temporale.
La polizia municipale è a conoscenza della situazione dell’uomo, tanto che due anni fa gli è stata concessa la residenza proprio all’interno della barca. 
Ora però per G.M. le condizioni stanno diventando sempre peggiori e il rischio che la barca affondi è alto, senza contare che durante l’estate viene letteralmente assalita da topi e zanzare. Per sua fortuna però, riesce ancora a mangiare qualcosa grazia alla solidarietà di alcune associazioni caritatevoli.

Zapatero: golpe del 2011 perché Berlusconi si ribellò al FMI. Napolitano complice



Che nel 2011 i poteri forti della finanza in computta con i burocrati di Bruxelles misero in atto un colpo di Stato che portò alle dimissioni di Silvio Berlusconi, ormai è cosa nota.
Come sono noti i nomi dei manovratori del golpe: Angela Merkel, Giorgio Napolitano e Mario Monti.
 Quest’ultimo ne beneficiò in prima persona diventando presidente del Consiglio. In troppi hanno ammesso le male fatte che ribaltarono il voto degli italiani. 
Da quel giorno, a Palazzo Chigi, non siete più un premier democraticamente eletto.
 Lo sanno tutti. Solo Matteo Renzi (anch’egli mai stato passato attraverso le forche caudine delle urne) sembra non curarsene. 
Tanto che, nemmeno dopo le rivelazioni dell’ex premier spagnolo Josè Luis Zapatero, sembra voler costituire una commissione di inchiesta sul golpe bianco del 2011.
In una intervista alla Stampa, Zapatero ha affrontato di petto i tragici eventi del G20 di Cannes. “Andai con il timore che potessimo essere nel mirino dei sostenitori dell’austerità – ammette l’ex premier spagnolo – ma l’obiettivo era l’Italia”. 
E racconta come l’allora premier Silvio Berlusconi e l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti “subirono pressioni fortissime affinché accettassero il salvataggio del Fmi”. 
“Loro – conclude – non cedettero e nei corridoi si cominciò a parlare di Monti, mi sembrò strano”. Non molto tempo dopo, infatti, le trame della Merkel e di Napolitano portarono il professore della Bocconi a Palazzo Chigi.
 Un vero e proprio colpo di mano antidemocratico che spinse l’Italia nel tunnel dell’austerity. Il governo italiano divenne, infatti, una dependance dell’Unione europea e il governo Monti fece passare leggi che, complice anche la devastante crisi economica, misero il Paese in ginocchio. Il tutto sotto l’occhio vigile e attento di Re Giorgio.

“Cosa aspetta Renzi? – tuona il presidente dei deputati azzurri Renato Brunetta – di cosa ha ancora bisogno il Partito democratico, del quale il premier è segretario?
 Vorranno mica le confessioni su carta bollata di Merkel e Sarkozy? 
O forse vorranno aspettare l’esito del processo di Trani sulle agenzie di rating?”.
 La rivelazione di Zapatero arriva dopo una serie di interviste choc che hanno inchiodato le manovre di Bruxelles ai danni di Berlusconi e dell’Italia.
 “Ad un certo punto, in quell’autunno – denunciò l’ex segretario al Tesoro americano, Timothy Geithner – alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere”. 
Anche Peter Spiegel, penna di punta del Financial Times, ammise che, durante il G20 di Cannes, Berlino spingeva per il commissariamento dell’Italia, tanto che “Obama la prese per un’impuntatura irrazionale”. 
“I think Silvio is right”, disse il presidente degli Stati Uniti. 
E alla fine si optò per un comunicato finale vago. 
Risultato: gli spread continuarono a salire e Berlusconi fu costretto alle dimissioni. 
Oggi Zapatero ha rincarato la dose confermando tutte le ombre.
 “Cosa ne pensa, il presidente Mattarella?”



Commenti