Ex banchiere vaticanense -Per difendere l’euro occorre un'Italia crocifissa
L’euro è stato utilizzato come scusa per ridimensionare il nostro paese da un punto di vista economico e morale.
Le pressioni fatte al nostro paese per difendere l’euro sono state giustificate dall’alto debito pubblico italiano che è un falso problema, perché è il debito complessivo di un paese che va misurato, come il caso Usa 2008-2010 ha ben dimostrato ,poiche'in situazione di insolvenza, tutto il debito privato diventa debito pubblico,ma l'uropa e l’euro non devono essere messi in discussione, a meno che non si voglia fare i conti con fraulien Merkel.
In che situazione economica era l’Italia prima dell’entrata nell’euro, quali condizioni le vennero imposte per entrare e come realizzò dette condizioni?
Ci ricordiamo quanto pesava negli anni ’90 l’economia “di Stato” direttamente e indirettamente sul Pil? Quasi il 65%.
E quanto pesavano le banche private sul sistema creditizio? Qualche percentuale minima. Ci ricordiamo come si realizzarono le privatizzazioni?
Molto male. Il lettore ricorda il famoso algoritmo Prodi per passare da un deficit di 7 punti al deficit di 3 punti percentuali?
Ho spiegato questo per far intendere che i problemi riferiti all’euro sono un po’ più complessi di quanto spesso vengano spiegati.
Ma temo che la nostra capacità decisionale in proposito sia piuttosto bassa, e il rischio di pagar cara l’uscita piuttosto alto.
Si deve riflettere su cosa significhi “pagar caro” la decisione di uscire, comparata con il costo di restare – costo che temo non sia solo economico, ma di libertà democratica di cui potremmo venir privati.
Per giustificare l’economia, si potrà forzare la libertà.
La moneta unica, per funzionare, necessita di un governo unico europeo, che dovrà coesistere con il governo del mondo globale.
L’ attuale situazione mi fa pensare che dobbiamo riconoscere la nostra impotenza, che non possiamo più fare nulla.
I giochi son fatti e noi non giochiamo più, siamo diventati un gioco in mano ad altri.
Il nuovo mondo globale aspira ad un’omogeneità culturale, e pertanto morale, che significa relativizzare le norme morali.
Tutto questo porta ad una forma di sincretismo religioso, che necessariamente tende ad arrivare a una religione globale panteista, ambientalista (animalista e vegana), neomalthusiana e orientata alla decrescita.
Se fossi stato un governante nel nostro paese, negli ultimi 6-7 anni, avrei fatto il contrario di ciò che è stato invece fatto.
Con la scusa di difendere l’euro dai problemi italiani, il nostro futuro non potrà che essere terrificante.
Che dire del futuro dell’Ue?
Possono privare i cittadini di libertà democratica e personale?
I padri fondatori quali De Gasperi, Adenauer, Schuman e Monnet avevano progettato un’ Europa sussidiaria ai vari paesi, destinata a valorizzarne le identità.
Ma il progetto di moneta unica doveva essere destinato a valorizzare le singole economie dei paesi europei.
Poi sono sopravvenute “modifiche genetiche” di carattere cultural-politico, che hanno cambiato lo spirito originario facendo persino rinnegare le radici cristiane.
L’Europa è fatta da tre “culture religiose”: quella protestante-calvinista, quella cattolica e quella illuminista-laicista.
Le migrazioni son sempre più manifestamente state volute e pianificate, soprattutto per “aiutare” il nostro paese, dove risiede la massima autorità morale al mondo, a correggersi e aprirsi al “multiculturalismo” orientato a un sincretismo religioso necessario a prevenire “guerre di religione”.
Stralci di dichiarazioni rilasciate a Paolo Becchi e Cesare Sacchetti da Ettore Gotti Tedeschi,per l’intervista “Per difendere l’euro ci attende un futuro terrificante”,
Economista e banchiere, già docente universitario, Gotti Tedeschi è stato presidente dello Ior, la banca vaticana, dal 2009 al 2012, dopo una lunga carriera nel mondo dell’economia e finanza, iniziata con l’americana McKinsey e proseguita con la co-fondazione di Akros Finanziaria. È stato consigliere del ministro del Tesoro Giulio Tremonti dal 2008 al 2011, consigliere della Cassa Depositi e Prestiti per tre mandati e presidente del Fondo infrastrutture F2i).
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